domenica 2 dicembre 2012

Rime ( V )

...non è vero che il nome di Margrit o di Ana sorgesse in seguito o che sia ora un modo di distinguerle nella scrittura, cose come questa si davano per decise istantaneamente nel gioco, voglio dire che in alcun modo il riflesso nel vetro del finestrino poteva chiamarsi Ana, così come non poteva neppure chiamarsi Margrit la ragazza seduta di fronte a me e che non mi guardava ed aveva lo sguardo smarrito nella noia di quell'interregno in cui tutti paiono consultare una zona che non è quella circostante, eccetto i bambini che fissano e in pieno le cose fino al giorno in cui gli viene insegnato a collocarsi anch'essi negli interstizi, a guardare senza vedere con quell'ignoranza civile di ogni vicina apparenza, di ogni possibile contatto, ognuno installato nella propria bolla d'aria, allineato fra parentesi, preoccupato della validità della minima aria libera fra ginocchi e gomiti altrui, rifugiandosi in « France Soir » o in tascabili (...)
(Julio Cortàzar, da “Manoscritto trovato in una tasca” in “Ottaedro”, ed.Einaudi 1974)

Chiudi in una stessa gabbia uccelli di specie e linguaggio diversi, e vedrai che in principio tacciono tutti allo stesso modo.
(Robert Musil, L'uomo senza qualità, pag. 164 ed.Einaudi )

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