domenica 8 luglio 2012

Musica da camera ( II )

Distinguere i grilli dalle cavallette non è facile: quello nero col testone, violinista principe, lo vedono tutti che è un grillo; ma quelli verdi, minuti, violinisti eccelsi anche loro, che cosa sono di preciso?
La distinzione vera e propria è roba da specialisti, da studiosi; anche perché oltre alle diecimila diverse varietà di grilli e di cavallette ci sono tutti gli stadi intermedi, gli immaturi. Grilli e cavallette fanno parte, infatti, di quella metà degli insetti che non hanno bruchi o larve, ma che nascono già molto simili all’adulto, e che crescono man mano cambiando pelle. E’ la grande divisione del mondo degli insetti, olometaboli ed eterometaboli: due parole difficili, ma significa che mosche e farfalle, vespe e formiche, hanno il bruco, la larva; altri insetti invece crescono più o meno come noi, e quando nascono sono già molto simili agli adulti, già riconoscibili. Alcuni insetti apparentemente indistinguibili, come i coleotteri e gli scarafaggi, o come le termiti e le formiche, nascondono in realtà questa grande differenza.
Grilli e cavallette sono Ortòtteri, così come il grillotalpa; gli Ortòtteri sono una parte della Classe degli Insetti. E fin qui non c’è nulla di particolarmente difficile. La vera difficoltà, la cosa che non avevo mai capito, sono i grilli verdi: i grilli verdi suonano e cantano proprio come i grilli neri, ma assomigliano alle cavallette. Lo schemino qua sotto, che prendo da “Il mondo degli animali” (ed. Rizzoli, 1968) aiuta a capire: le cavallette e le locuste vanno messe in due famiglie a parte (Acrìdidi e Tetrìgidi), poi ci sono i grilli veri e propri (Gryllidae), il Grillotalpa (che è diversissimo da tutti e si merita di stare da solo), e infine i Tettigònidi, cioè quelli che io ho sempre chiamato “grilli verdi”.
Anche le cavallette suonano e si fanno sentire d’estate, ma i grilli (grillidi e tettigonidi) sono molto meglio.
I grilli neri, quelli col testone, andavo spesso a cercarli nei prati: mi avevano insegnato come si fa a prenderli, ed è abbastanza facile, ma io poi li lasciavo andare sani e salvi. Adesso, dove andavo io non ci sono più né grilli né prati: c’è la terza corsia dell’Autostrada dei Laghi, o un grande centro commerciale, un rondò per le automobili, case e capannoni. Poi ci sono i grilli di casa, “grilli del focolare”, che somigliano molto ai grilli neri ma sono più piccoli e di colore marrone; per trovarli bisognerà andare in campagna, in un posto dove non si usano pesticidi.
Ho incontrato spesso i grilli verdi di notte, sul lavoro, quando facevo i turni di notte: in laboratorio ero da solo, ogni tanto uscivo a prendere una boccata d’aria, e lì vicino c’era ancora un po’ di bosco, un po’ di prato, dell’acqua. Alle volte erano i grilli verdi che mi venivano a trovare, forse attratti dalla musica che ascoltavo (i turni di notte sono lunghi da attraversare, e in un laboratorio chimico ben condotto non c’è mai rumore). Questo ricordo è del 1992, o forse del 1993: un piccolo grillo verde, in bilico sulla veneziana, che raddoppia perfettamente la parte della viola nel Quartetto n.11 in fa minore op.122 di Sciostakovic. Un altro ricordo più recente, ma ormai anch’esso lontano, è il grillo verde che si era infilato nel bagno del laboratorio accanto, sotto al lavandino, e suonava e cantava da grande solista. Temo che la mattina dopo abbia fatto una brutta fine, i miei colleghi e le mie colleghe che abitavano di giorno quel laboratorio non avevano la minima sensibilità verso queste cose, aver voglia di imparare a distinguere un grillo da una cavalletta non è cosa da tutti. Questi qua sotto sono tutti "grilli verdi", per la precisione Tettigònidi.
(le immagini vengono dal sito http://www.lucianabartolini.net/ , da http://www.wikipedia.it/  e da “Guida agli insetti d’Europa” di Michael Chinery, ed. Muzzio)

4 commenti:

Grazia ha detto...

Sono bellissimi questi tuoi post. Sono come una porta aperta su un mondo che non conosco. Quando ero piccola, a Firenze, nel parco delle Cascine a primavera c'era la festa del grillo.Si andava a mangiare nel parco e si compravano delle piccole gabbiette con i grilli. A me morivano sempre il giorno dopo, però sono rimasti sempre legati a quella lontana sensazione di festa.
Mi piacerebbe tanto che tu parlassi anche delle lucciole.Non ne vedo più da tempo, ma tanti anni fa,illuminavano le mie sere d'estate.

Giuliano ha detto...

ho avuto anch'io una gabbietta con un grillo, un grillo "testone" che evidnetemente abbiamo trattato da signore, era diventato molto grosso, il cri cri si sentiva fino in strada. Mi avevano spiegato che bisognava bagnare la foglia d'insalata, così il grillo può bere.
avevo 10-11 anni, ne è passato di tempo...
:-)
no, per adesso sulle lucciole non ho niente di pronto. domani c'è una cicala, anzi due

Alligatore ha detto...

Grazie per questa dotta spiegazione, quello sul mio pc probabilmente era un Tettigònide, un grillo verde. Non cantava, forse era piccolo, forse frastornato dai miei ascolti rock, musica industriale, lontana dalla tua classica ...

Giuliano ha detto...

Shostakovic è un mio contemporaneo
:-)
un anno più giovane del mio nonno materno