venerdì 4 maggio 2012

Sono contrario ai terremoti

Ieri sera è terminato, per fortuna senza vittime, l’ennesimo fatto di cronaca nera: un uomo che si è asserragliato negli uffici di Equitalia a Romano di Lombardia, nel bergamasco. Come tutti noi, mi sono trovato ad ascoltare un po’ di pareri per radio e ai tg (la radio era Radio Popolare di Milano, un eccellente servizio nel “microfono aperto” dalle 20 alle 21). Erano pareri di politici e di gente comune, di politologi e di psicologi; molti di questi pareri erano sensati, altri un po’ meno, ma quello che mi ha colpito è stato che c’è un sacco di gente che si dichiara contraria.
Che significato ha dichiararsi contrari? Ogni giorno, e da molti mesi, ne succede almeno uno, di questi fatti: suicidi, omicidi in famiglia, tentate rapine fatte da disperati, gente che sale su torri e terrazze, come si fa a dichiararsi favorevoli o contrari? Un fatto che mi ha colpito molto è stato quello del farmacista avvelenato col cianuro da un conoscente che doveva rendergli un prestito: una cosa senza senso da qualsiasi parte la si guardi, ma è successa.
Il discorso sarebbe lungo, e mi fermo qui per non dire tutto quello che penso; aggiungo solo che posso capire che la gente comune si esprima in modo inadeguato, ma i politici che dicono “sono contrario” o “sono favorevole” anche di fronte alle catastrofi (personali o di tutti) mi fanno spavento, si stanno dimostrando del tutto inadeguati e dovrebbero farsi da parte. Un discorso ancora più duro lo vorrei fare su quei politici che ci hanno amministrato e governato fino a sei mesi fa, che erano ministri, assessori, e che lo sono stati per molti anni, e che adesso continuano a imperversare , magari col ditino alzato, mentre fino a sei mesi fa negavano addirittura che ci fosse una crisi economica (e intendo: leghisti, berlusconiani, ex missini. Non è vero che sono tutti uguali, non tutti hanno governato e non tutti hanno negato la crisi).
Ascoltando molti di questi pareri, ieri sera (non tutti, grazie al Cielo), mi è tornato in mente anche il dibattito (ormai dimenticato, a quel che vedo) sulle radici cristiane, che fino a pochi mesi fa volevamo mettere nella Costituzione, eccetera. Come si fa a dirsi cristiani e nel contempo dire “se l’è cercata” davanti a una tragedia? Eppure è possibile, anche questo è possibile, ed è una cosa che fa spavento, soprattutto in prospettiva futura.

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