sabato 14 aprile 2012

Il mondo secondo Passera

Aver bisogno delle Poste, e arrabbiarsi: quante volte vi è successo, di recente? L’elenco dei disservizi è lunghissimo, ogni giorno ne spunta uno nuovo: dalle code cervellotiche e interminabili alla mancata consegna della corrispondenza (anche quella urgente), dalle risposte idiote (“l’ufficio dei postini è nell’edificio accanto, si rivolga a loro”) fino al blocco di quattro giorni consecutivi (quattro giorni consecutivi) di tutti i servizi, verificatosi pochi mesi fa, se si comincia a parlarne non si finisce più. Si tratta di disservizi nuovi, a volte nuovissimi: li ha introdotti Corrado Passera, che una decina d’anni fa era il Grande Capo delle Poste. Non che prima le cose andassero a meraviglia, ma - quantomeno - tutti gli sportelli facevano tutte le funzioni: io entravo, mi mettevo in coda, il più delle volte bastava avere un po’ di pazienza, non importa che cosa avevo in mano, se un bollettino da pagare, un versamento, una cartolina da spedire, un pacchetto: ogni ufficio andava bene, non c’era da star lì col naso alzato a guardare un tabellone, quand’eri davanti all’impiegato bastava un timbro, e potevi andar via. Come utente, come cittadino, è questo che mi interessa: di tutto il resto, cioè della valanga di nuovi servizi introdotti dalla gestione Passera, non so cosa farmene. Per esempio, ho già una carta di credito: la accettano in tutta Europa, probabilmente in tutto il mondo, perché Poste Italiane deve fare storie?

Dopo le Poste, Corrado Passera andò a dirigere una Banca, una delle più importanti d’Italia. Sotto la gestione Passera, mi sono trovato a pagare tutto: ma proprio tutto, a meno che non sia io quello che lavora. Da casa, col computer, se lavoro io, che non sono ragioniere né commercialista e che posso sbagliare, è tutto gratis; se ho bisogno di un impiegato, pago salato. Tenuto conto che la Banca ex Passera ha in deposito e in gestione un bel pacchetto di soldi miei, che sono soldi veri, non fuffa, roba guadagnata, contanti, liquidità, mi sembra davvero un furto: ma così volle Passera, e mi tocca accettarlo.
Adesso, Corrado Passera è ministro: un ministro importante, da lui dipende il futuro dell’Italia intera, da lui ci si aspettano le misure per il rilancio dell’Economia e dell’Industria, la fine della recessione, la ripresa dell’occupazione. Avendo visto cosa ha fatto Corrado Passera alle Poste e in Banca, posso immaginarlo: licenziamenti, dismissioni, chiusure di uffici, aumento della burocrazia (cosa sono quei numerini e quei tabelloni nelle code di Poste Italiane, se non burocrazia trionfante?), eccetera eccetera. Il resto del discorso lo lascio fare a chi mi legge, tanto come funzionano Poste e Banche lo sappiamo tutti.

Mi si obietterà: pareggio di bilancio, attivo, non più debiti. Ok, ma a fare il manager così siamo capaci in tanti: se chiudi metà degli uffici, se licenzi tre quarti del personale, se fai pagare quello che prima era compreso nel servizio, eccetera, arrivare al pareggio e all’attivo è facile. E’ un po’ come se una famiglia si rivolgesse a un consulente e il consulente gli dicesse: avete tre figli, vendetene uno, magari anche due. Un’ottima proposta, il bilancio familiare ne trarrebbe sicuro giovamento; la scommessa invece, la vera scommessa per un manager vero, è far funzionare le Poste consegnando la Posta, far funzionare le Banche aiutando i clienti onesti, far funzionare le Ferrovie mantenendo e rinforzando le linee per i pendolari, eccetera eccetera eccetera.
La generazione di manager cresciuta in questi ultimi trent’anni è una cosa spaventosa. Ce la prendiamo spesso con i politici, ma i manager non sono certo migliori; l’unica vera ricetta per far ripartire questo Paese è un cambiamento culturale netto rispetto a quello thatcheriano-liberista, ma non succederà mai. Non può succedere, perché le nuove generazioni, i ventenni, sono quasi tutti in giro con una cuffietta nelle orecchie e gli occhi fissi sullo smart phone: in queste condizioni, lo si ammetterà, è difficile accorgersi del mondo che ci circonda, e di come sta il nostro prossimo.

PS: a proposito, che fine ha fatto il dibattito sulle nostre radici Cristiane? Non se ne parla più, forse nel frattempo qualcuno ha letto il Vangelo e ha capito di cosa è fatto veramente il messaggio di Gesù Cristo...(troppo scomodo, meglio lasciar perdere, il mondo secondo Passera è sicuramente meno faticoso: a patto di avere tanti soldi in tasca, s’intende).
PPS: aggiornamento al 23 aprile 2012: Poste Italiane farà a meno di duemila dipendenti nei prossimi due anni, cioè niente più postini. Una volta, si chiamavano licenziamenti: oggi si tratta solo di lasciare a casa dei precari. E' la ripresa, signori.
AGGIORNAMENTO al 26 ottobre 2012: il ministro Passera, intervistato in tv da Maurizio Crozza, si mostra gioviale, felice e contento. Beh, se non è soddisfatto lui... (dice anche che le Poste prima non funzionavano, adesso sì: a dire il vero, io da quando è arrivato Passera ho dovuto disdire tutti gli abbonamenti alle riviste che avevo da vent'anni...mi arrivano ancora delle offerte, perfino col 75% di sconto, ma non mi riabbono per non prendere rabbia visto come funzionano le Poste - ma certo, se Passera è contento, se il ministro Passera è soddisfatto...)

2 commenti:

Grazia ha detto...

Molto amaro questo tuo post. Condivido molti dei tuoi pensieri e, purtroppo, anche il tuo scarso ottimismo nel futuro. Speriamo di sbagliarci e che le nuove generazioni abbiano, invece, la forza di sorprenderci.

Giuliano ha detto...

Il mio pensiero completo è che Mario Monti sarebbe stato un ottimo ministro dell'Economia, magari ci fosse stato lui al governo in questi anni, invece di Tremonti!
Però poi ognuno dovrebbe fare quello che sa fare, Mario Monti è un ottimo economista ma gli manca una visione politica più ampia. Se fosse stato al fianco di un politico vero, o se fosse Presidente della Repubblica, non mi dispiacerebbe. Monti mi è piaciuto, per esempio, quando ha detto che le Olimpiadi sarebbero costate troppo; magari se ci fosse stato quando si doveva decidere del Ponte di Messina, o della TAV, eccetera, avremmo avuto delle buone sorprese. Invece no: per sua stessa ammissione, Monti ha votato per Bossi e per Berlusconi, fin dal 1992...Quindi, è da ritenersi corresponsabile del disastro.
Su Passera, e su altri (e altre), devo dire che mi sembrano persone fuori dal mondo, e non capisco bene che competenze abbiano al di là di quelle strettamente connesse con la loro preparazione scolastica.