giovedì 16 febbraio 2012

Gomme invernali e catene da neve

Quanto costano un paio di gomme invernali? Adesso che ci avete pensato vi ricordo un dettaglio, roba da poco: in questo Paese c’è gente che guadagna trecento euro al mese, e non è detto che il mese dopo ne arrivino altri trecento, perché con il precariato diffuso non è affatto scontato che si riesca a lavorare ogni mese.
Mi si obietterà subito che la sicurezza è importante e fondamentale, che quando c’è di mezzo la sicurezza non si deve scherzare. Certamente sì, non mi sognerei mai di negarlo: ma qui si pone una questione ancora più importante e vitale, cioè se pagare l’affitto, la luce e il gas oppure se comperarsi le catene e le gomme da neve. Guadagnando trecento o anche quattrocento euro al mese, le due cose insieme non sono possibili, una cosa esclude l’altra: per esempio l’altro ieri mi è arrivata la bolletta del gas per il riscaldamento, questo mese sono duecento euro (ho risparmiato parecchio, a casa mia per tradizione il riscaldamento di notte è spento: facciamo così da più di quarant’anni, non abitiamo al Polo e si dorme meglio).
Che si fa, dunque, con trecento euro al mese? Si comperano i vestiti per i bambini, oppure un bel paio di gomme da neve? Si compera qualcosa da mangiare, oppure andiamo alla mensa della Caritas per un mese e con i soldi della spesa portiamo invece a casa le catene da neve che useremo una volta o due all’anno? L’alternativa non c’è, perché se vai in giro senza le catene a bordo ti fermano e ti multano, non importa se c’è il sole e venti sopra zero perché ormai siamo nel Paese delle Multe (e dei Tornelli), e con le multe e con Equitalia si pensa di risolvere ogni problema, anche la spalatura della neve nelle strade. Ma per cent’anni non c’è stato bisogno di queste normative, se nevica tanto e si può lasciare la macchina ferma in garage è meglio per tutti, ed è questo il messaggio che dovrebbe circolare. Invece ne arrivano altri, di messaggi: del tipo “bisogna anche dimostrare di saperle montare, le catene!!!”. Straordinario: lo mettiamo subito nel Codice della Strada, il test di montaggio delle catene, così magari quando siete in giro di fretta, quando c’è qualcuno che vi aspetta, quando avete un appuntamento per un colloquio di lavoro e cercate di non sporcarvi troppo e di essere presentabili, e soprattutto se siete donne giovani e ben fatte, vi capiterà di trovare qualche vigile spiritoso, cronometro alla mano, che vi dice: “adesso scenda e mi monti le catene in meno di tre minuti. Pronti? Via!”.
PS: Se vi siete irritati leggendo, e se non vi siete ancora posti il problema, significa una cosa sola: che siete convinti di vivere ancora nella seconda metà del Novecento, quando c’erano lavoro e tutele per tutti. E’ dunque ora di svegliarsi: siamo come nel 1945, di gente che guadagna da zero a trecento euro al mese è strapiena l’Italia.
PPS: se invece vi siete appena comperati un suv o un fuoristrada da quarantamila euro, potete continuare a fare come avete sempre fatto fin qui, sbattendovene le balle. Finché ve lo lasciano fare, s’intende.

2 commenti:

giacy.nta ha detto...

incazzata nera come te. Si soffoca.

Giuliano ha detto...

anche a Milano, vedere il direttore dell'ATM (nominato da Pisapia) che fa la faccia scurissima contro chi non timbra il biglietto nel metrò, mi ha fatto una pessima impressione. Così come la definizione di "furbetti", l'aumento spropositato delle multe...ma per sempre più gente anche pagare il biglietto del tram sta diventando difficile: tre euro al giorno per dieci giorni, moltiplicati per un mese, anche con l'abbonamento, fanno una cifra consistente (e se poi si hanno i figli da mandare a scuola, ancora più consistente).
Ma nessuno che si alzi e che dica che le multe vanno proporzionate al danno...Anche a sinistra, non rimane che da dire che abbiamo perso il contatto con la realtà.
(e se provi a parlarne, ti dicono "oh, ma guarda che le gomme da neve servono!!!") (eccetera)
ave Giacinta!
(io le catene in macchina le ho da sempre, idem mio papà, il problema vero è che se oggi un precario arriva in ritardo sul lavoro poi lo licenziano...)