domenica 8 gennaio 2012

La Maison Jaurès

...queste immagini, della fine del secolo XIX, mostrano gente pacifica di un Paese pacifico. Eppure questa pace, considerata come un facile possesso, sta lentamente fuggendo di mano a questa gente distratta.
Chi avverte il pericolo è trattato da pazzo: mancano ancora troppi anni al fatale 1914. Ma è proprio ora, sul finire del secolo, che l’opinione pubblica si culla in un ottimismo soddisfatto e orgoglioso, e che insensibilmente scivola su un cammino i cui passi si chiameranno nazionalismo, odio, desiderio di rivincita, spirito di guerra. Ma nessuno se ne accorge, e quando Jean Jaurès comincerà a tuonare contro un pericolo che nessuno vede, le sue parole piuttosto che profetiche sembreranno quelle di un allarmista o di un pazzo.
(da un documentario su Jean Jaurès, di Leandro Castellani, trasmesso dalla Rai nel 1968 e replicato di recente su Rai Storia, canale 54 del digitale terrestre)
Jaurès verrà ucciso nel 1914, il giorno prima dell’entrata in guerra. Il suo assassino non ha mai letto o ascoltato niente di suo, e non lo conosceva di persona; aveva però letto, per mesi e per anni, i giornali di destra (“Le Figaro” compreso) che avevano scatenato contro Jaurès una violentissima campagna di stampa, diffamatoria. Questa campagna di stampa durava da molto tempo, più di dieci anni, cioè dall’inizio di quello che fu definito “affaire Dreyfus”. Nel 1914, Jaurès era impegnatissimo a tentare di evitare la guerra, ma fu fatto passare per traditore. Al suo assassino è bastato un solo colpo di pistola, Jaurès era una preda facile.
Nel documentario, molto bello, ci sono molte interviste ad amici e conoscenti di Jaurès, che negli anni ’60 erano ancora in vita. Alla domanda: “Jaurès sarebbe riuscito ad evitare la guerra?” la risposta è ovviamente no, gli interessi in gioco (soprattutto quelli dei costruttori d’armi) erano ormai enormi, il nazionalismo era stato esasperato dalla stampa di destra. Ma Jaurès ci stava provando, contattando l’Internazionale Socialista e sperando nei cambiamenti portati dalle nuove elezioni; ma quei cambiamenti non vennero, la gente continuò a votare a destra, per quella destra, e fu la fine di trent’anni di pace.
Oggi la pace in Europa dura da tempo immemorabile, dal 1945: una guerra c’è stata, in Jugoslavia, ma si è intervenuti per cercare di evitare che il conflitto si espandesse. Dato che la pace dura da quasi settant’anni, bisogna dire – anche sfumando il giudizio nelle sue necessarie variazioni – che abbiamo avuto dei buoni politici, in questi settant’anni. Ma quella generazione ormai è finita: era fatta di persone che avevano visto la guerra, e dei loro figli. Oggi rinasce il nazionalismo, rinasce il razzismo, i mercanti d’armi premono, la stampa di destra (almeno qui in Italia) è molto simile a quella dei tempi di Jaurès, e quando nascono associazioni giovanili le si intitolano non a Gandhi o a Jaurès, ma a Marinetti, alla Repubblica di Salò, a D’Annunzio... Si faccia caso ai nomi: sono tutti fautori della guerra, o dei partiti che ci portarono alla guerra. Vediamo simboli bellici ovunque, abbiamo avuto (e abbiamo ancora) ministri e assessori che a queste ideologie si rifanno più o meno apertamente, si fa apertamente esaltazione del fascismo (ideologia bellica e militarista come nessun’altra, nazismo a parte), insomma se ce la caviamo anche questa volta possiamo dire che siamo stati fortunati.

8 commenti:

lastreganocciola ha detto...

Già. e che dire di più?

Anonimo ha detto...

rai storia, il canale che guarda sempre mio figlio... effettivamente: chi ha vissuto la seconda guerra mondiale tra un po' non ci sarà più, per raccontarcela direttamente, e pare che molti non si rendano conto; anch'io la penso come te (a parte l'opinione sui nostri politici), ma molti sono pacifinti se non addirittura guerrafondai - vorrei vederli in prima linea - e l'antimilitarismo viene represso perché, comunque, sappiamo bene che i motivi delle guerre sono sempre economici!

Giuliano ha detto...

Nocciola, qui vengono i brividi se si pensa al futuro...a differenza dei nostri vecchi, qui in Lombardia non potremo più nemmeno coltivare granturco e patate (anche se un po' di bombe tirasero su l'asfalto, i nostri assessori regionali ci hanno messo sotto i rifiuti tossici)

Giuliano ha detto...

Angie, la Thatcher è stata l'unica a dichiarare una guerra (all'Argentina) in questi ultimi sessant'anni, tra gli Europei: guarda caso, proprio lei, l'emblema della destra.
Il mio giudizio sui politici è ovviamente virato sull'ironico: quantomeno, non hanno fatto guerre! Però qualcuno di buono l'abbiamo avuto, in Europa: penso ai socialdemocratici svedesi e norvegesi, anche inglesi e danesi; a Brandt...

Anonimo ha detto...

ah, ecco... era inteso in senso europeo, scusa, pensavo limitatamente italiano!

Giuliano ha detto...

in Europa la Thatcher, in USA invece la lista è lunga: Kissinger, Nixon, Johnson, Reagan, BushBushBush...tutti a far guerre, compresa miss Rice.
ciao Angie!

franz ha detto...

Jaurès nelle parole e nella voce di Jacques Brel

http://www.youtube.com/watch?v=DzY3UCf2-tk&feature=related

credo che se si chiedesse di lui, i più si ricorderebbero di un grande viale del 19° arrondissement a Parigi, se ci sono passati.

Giuliano ha detto...

intanto mi è venuto in mente Calderoli: fosse stato per lui e per i leghisti saremmo in guerra da un bel po'. Mi immagino il gran lavoro delle ambasciate all'estero, a spiegare che sì, sono ministri della Repubblica, ma non bisogna offendersi perchè sono anche dei - no, non lo scrivo...

ciao Franz! già che ci siamo, si può ricordare la pronuncia: è un nome di origine iberica, ma i francesi dicono Jorès, con la j alla francese e la s finale ben pronunciata.