mercoledì 18 maggio 2011

Pubblicità 13

Ci sono delle pubblicità, non solo in forma di spot, che mi fanno impressione. Non tanto per la forma, per il “creativo” che se ne è occupato e per la cosa più o meno scema che ne è uscita, ma proprio per il soggetto trattato. La pubblicità per una clinica di chirurgia plastica, per esempio: con donne giovani e belle a trattare l’argomento, come se fosse questione di formaggini o di cera per pavimenti (tutte le sere su Canale 5, telepromozione con Gerry Scotti). Oppure quella per gli integratori alimentari e le creme snellenti: per forza che poi arrivano da noi così tanti immigrati, se vedono queste pubblicità, chi non vorrebbe andare a vivere in un posto dove la maggior preoccupazione è l’essere magri, e dove c’è la difficoltà ad andar di corpo invece delle devastanti malattie intestinali?

Ma, di tutte, due soprattutto mi lasciano perplesso: una è quella sulle acque minerali, che spendono cifre spropositate per farsi pubblicità. Addirittura, molte fonti e sorgenti sono sponsor di squadre di calcio: si tratta di milioni e milioni di euro che se ne vanno in niente, e – soprattutto - l’acqua dovrebbe essere pubblica, di tutti. Io non ho niente in contrario al commercio delle acque minerali, acquisto tranquillamente le mie due o tre cassette ogni quindici giorni (bottiglie in vetro), però tutti questi soldi buttati in pubblicità mi sembrano veramente uno spreco, tanto più che oggi va di moda licenziare. Fino a pochi anni fa non era così, il commercio delle acque minerali dava lavoro a migliaia di persone, invece oggi si chiude e si licenzia e si pagano sempre meno gli operai; in più, sono arrivate le “casette dell’acqua” dove il lavoro di imbottigliamento lo devo fare io (senza contributi e per di più pagando), e mi chiedo chi ci guadagna con queste “casette”, e se per caso avendo le “casette” smetteranno di fare manutenzione all’acquedotto dichiarando l’acqua non potabile, e tanti altri pensieri: ma per oggi mi fermo qui, e l’elenco delle fonti e sorgenti che spendono milionate per fare ricchi i calciatori lo lascio fare a voi (non solo quella, attenzione: ce ne sono tante).

Pensieri ancora peggiori mi vengono quando vedo la pubblicità della Manpower ai bordi degli stadi di calcio. Queste pubblicità costano, e tanto. Quando la Manpower, o la Metis, la Adecco, o altre società di lavoro “in affitto” fanno da sponsor a questo e a quello (e succede sempre più spesso), significa che sono soldi sottratti ai lavoratori.
Forse questi soldi si potrebbero impiegare meglio.

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