giovedì 5 maggio 2011

Catalizzatore

-Ma che cos'è di preciso un catalizzatore? – mi chiede l’amico che lavora al reparto Esterificazione.
Gli dò una risposta abbreviata ma corretta, da libro di scuola:
- E’ una sostanza che modifica la velocità della reazione chimica, risultando inalterata alla fine del processo. Tu hai messo la polvere di stagno cloruro, in macchina: e alla fine la toglierai con la filtrazione, così come era.
- Sì, questo lo sapevo, ma...
Eh, non è mica facile da spiegare. vado subito in confusione anch’io, perché già come studente ero uno di quelli che arrancavano faticosamente, figuriamoci oggi che non prendo in mano un libro di chimica da tempo immemorabile. Potrei cavarmela con la storia della marmitta catalitica, che ha dentro il platino che è un catalizzatore classico, eccetera; ma poi mi illumino e mi viene in mente un esempio migliore.
- E’ come se a te piace una ragazza ma non riesci a conoscerla; poi arrivo io che te la presento e poi me ne vado; ecco che io ho fatto da catalizzatore: cioè voi andate avanti insieme, magari fate una famiglia, e io rimango com'ero prima, ma senza di me avreste fatto molta fatica a conoscervi, e magari non vi sareste mai messi insieme.
Ride, pensa che lo prendo in giro, non mi manda a quel paese perché è una persona educata; mi dà invece una pacca sulle spalle:
- Beato te che hai sempre voglia di scherzare...
Eppure la mia spiegazione è corretta, la mia metafora era perfetta. Mi sa che dovrò rinunciare alla mia carriera di divulgatore scientifico.

La definizione precisa la prendo dalla Garzantina della Chimica, ma trascrivo solo le prime righe: sui catalizzatori c’è infatti moltissimo da dire, se vi interessa l’argomento magari vi conviene fare un salto su wikipedia.   «Catalizzatore: sostanza che modifica la velocità di una reazione chimica, risultando inalterata al termine del processo. Se l'azione del catalizzatore determina un aumento nella velocità di reazione avviene una catalisi positiva, in caso contrario una catalisi negativa. Il catalizzatore, pur rimanendo immutato al termine della trasformazione chimica, vi prende parte combinandosi con i reagenti per dare origine a un complesso intermedio attivato, che successivamente si decompone formando i prodotti e restituendo il catalizzatore. L'attività di un catalizzatore è spesso specifica, o selettiva, nel senso che influisce di preferenza sulla velocità di una sola tra più reazioni termodinamicamente possibili, indirizzando il sistema dei reagenti alla formazione di certi prodotti piuttosto che di altri. Di interesse particolare sono i catalizzatori delle reazioni biochimiche a cui viene dato il nome di enzimi. (...)»

2 commenti:

giacy.nta ha detto...

Non mi convince del tutto ( spiega solo la catalisi positiva ) ma è bellissima. Dimmi che mi sbaglio.

Giuliano ha detto...

è una storia piccola ma vera, una decina d'anni fa - mi piaceva lavorare, prima della catastrofe delle "legge Biagi" e delle leggi sul precariato. In quella fabbrica si lavorava parecchio, e ci si divertiva anche.
Mi piaceva l'idea di poter far riflettere qualcuno con queste storie, ma ormai sono passati dieci-quindici anni, i giovani sotto i trent'anni non sanno neanche più di cosa sto parlando, ed è un peccato grave aver perso questi momenti (cose piccole, ma aiutano a tirare la fine delle otto ore - ormai con Marchionne sono diventate dieci - dei turni di notte, delle domeniche in fabbrica...).