sabato 5 marzo 2011

Tosi, Scapagnini, Bertolaso, Bersani

Mi hanno raccontato (per anni, per decenni) del dibattito tv fra Kennedy e Nixon, credo che fosse il 1959: Kennedy vi appariva giovane, sicuro, spigliato, mentre Nixon era grigio e noioso, antipatico. Fu anche per questo, si diceva, che Kennedy vinse quelle elezioni: perché era più convincente.
Ho ripensato a queste cose (se ne è scritto molto e se ne parla ancora) l’altra sera, giovedì 3 marzo, guardando in tv il segretario del PD Bersani mentre discuteva con il sindaco leghista di Verona, che si chiama Tosi. Anche questo è stato un dibattito per molti versi esemplare, che andrebbe studiato a fondo e ricordato. Le osservazione da fare sono molte e cercherò di metterle in ordine meglio che posso.

Prima di tutto, un’osservazione in positivo: Tosi e Bersani hanno fatto una discussione animata ma senza darsi sulla voce, senza sovrapporsi, da persone civili. Insomma, si è capito tutto quello che dicevano, tutte le parole, intendo. Non è una cosa che capita spesso, e bisogna dargliene atto.
In secondo luogo, Michele Santoro e i suoi collaboratori avevano messo davanti ai due interlocutori notizie interessanti su cui discutere. Gli argomenti erano molti: il baciamani di Berlusconi a Gheddafi, per esempio, di strettissima attualità – un filmato che sta facendo il giro del mondo da parecchi giorni – e l’approvazione del progetto “federalista” della Lega, eccetera.
Tosi, che è molto più diretto e convincente rispetto a Bersani, salta senza pensarci un attimo tutte le notizie che potrebbero imbarazzarlo e va diretto all’attacco: siccome Marco Travaglio, tra le altre cose, ha parlato anche di una richiesta d’arresto per un senatore PD pugliese, ecco che il suo intervento va subito lì; e poi aggiunge la richiesta di un parere su Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli.
Bersani risponde, e può sembrare evasivo: “si sono fatti degli errori”, dice, nella gestione del caso della sanità in Puglia; e tiene a sottolineare l’onestà personale della Jervolino. Qui bisogna saper leggere tra le righe, c’è molto di non detto in questa risposta di Bersani: per esempio, che quando si parla del PD e della Regione Puglia bisognerebbe rivolgersi a Massimo D’Alema, lì è lui che decide. Ma siccome D’Alema non è presente, Bersani per correttezza si ferma prima di dirne il nome. Quanto alla Jervolino, la frase completa (che Bersani non dice, sempre per correttezza e per non uscire fuori tema proposto dal conduttore) è che Rosa Jervolino è un’ottima persona e che è stata eletta per due volte con ampio consenso, ma che la situazione di Napoli le è sfuggita di mano. Dice però che la colpa non è tutta della Jervolino: Bersani parlando di Napoli non cita (ma lascia intendere) il deputato Cosentino, vicino a Berlusconi e per il quale fu negata la richiesta d’arresto dal Parlamento: una vicenda strettamente legata a quelle che hanno fatto fare brutta figura alla Jervolino.

Questi atteggiamenti di Bersani, un po’ reticenti ma improntati alla correttezza e alla ricerca del dialogo, non piacciono a molti degli elettori potenziali del PD e alla sinistra: che infatti non vota per lui, in questi anni l’astensione è molto alta, a sinistra. Ovviamente, questi atteggiamenti sono un invito a nozze per il suo interlocutore di stasera, Tosi è molto aggressivo e non perde l’occasione: gli rinfaccia subito la difesa della Jervolino e la reticenza sul caso pugliese. E così Tosi diventa il “vincitore” della serata: ma a guardar bene si scopre che le reticenze di Tosi sono state enormi, Tosi ha taciuto su tutti i punti che potevano imbarazzarlo. E il conduttore del dibattito, Michele Santoro, gli ha dato una mano (forse senza volerlo) cercando battute d’alleggerimento proprio quando Tosi era in difficoltà.

Tosi non ha parlato del baciamani di Berlusconi a Gheddafi: il suo partito è al governo con Berlusconi, strettissimo alleato. La figuraccia a livello internazionale riguarda tutti noi, come esponente di spicco della Lega il sindaco di Verona era quasi obbligato a renderne conto.
Tosi non ha parlato del caso Bertolaso, cioè del fatto che la Lega Nord ha votato a favore del passaggio della Protezione Civile a Società per Azioni: causa di infiniti casi di corruzione, dei quali le cronache si sono occupate ampiamente. Tosi non ha parlato dei 12 chili di cocaina trovati in casa di uno degli amici delle amiche di Berlusconi; Tosi non ha parlato delle condanne per corruzione di Previti e di quelle per mafia di Dell’Utri; Tosi non ha parlato degli scandali della sanità lombarda (tra i più gravi, e subito insabbiati da un’informazione compiacente); Tosi non ha parlato delle alluvioni spaventose nella sua regione, il Veneto, provocate dalla speculazione edilizia e da opere pubbliche malfatte (è la regione dove la Lega più comanda...); Tosi non ha parlato del generale della Finanza che fu beccato mentre si faceva portare le triglie sulle Dolomiti da un aereo militare, a spese pubbliche, che fu rimosso dal governo Prodi e che adesso è deputato in Parlamento, nelle file indovina di chi; e l’elenco potrebbe continuare per molti altri esempi. La Lega Nord ha approvato qualsiasi cosa, in questi lunghi anni: compatta, e sempre a fianco di Berlusconi. Sarebbe ora di parlarne seriamente, invece di andare a fare le pulci agli altri.

Tosi ha parlato invece del federalismo municipale, “che eliminerà la corruzione”: e qui Bersani lo avrebbe potuto stendere con un solo colpo, parlando di Catania e del sindaco Scapagnini. Anche Scapagnini, che ha creato in pochi anni un deficit di bilancio spaventoso, adesso è deputato: con Berlusconi e di fianco alla Lega Nord, che ha votato compatta a favore di Scapagnini.
Bersani è troppo corretto, è un po’ fesso, o chissà che cosa? Non lo so, non è mio compito giudicare e non so nemmeno se andrò ancora a votare, perché quando c’è così tanta gente che vota per Borghezio, Speroni, Calderoli, Castelli, Bossi Umberto e Bossi Renzo, Scapagnini, Speciale, Carfagna, Brambilla, eccetera, la speranza è ormai finita, per quello che mi riguarda. Però dibattiti come questo li ritengo interessanti, sarebbe bello che se ne parlasse a scuola, e soprattutto bisognerebbe insegnare a guardare oltre l’apparenza. In questo io sono favorito da una cosa: parlo a voce bassa, non sono capace di gridare, se alzo la voce divento subito afono. Avessi avuto la voce e la dizione di Tosi, avrei fatto l’attore; così non è andata, pazienza.

2 commenti:

annarita ha detto...

Ho sempre la sensazione che nel PD vogliano essere, come bersani, troppo corretti e troppo attenti anon uscire dalle righe, ma in una società come la nostra, con un presidente del consiglio come il nostro, un'opposizione che si ostina a tenere un profilo basso non paga e non appaga i suoi sostenitori. Mai e poi mai lasciarsi trascinare nel becero circo Barnum al quale purtroppo ci stiamo abituando, ma neppure continuare a voler essere gentiluomini a tutti i costi. Attaccare con i modi e i mezzi a disposizione. Correttamente, ma attaccare e controbattere. Buon fine settimana, Annarita.

Giuliano ha detto...

Il problema però non è Bersani, e nemmeno D'Alema. Il problema è che se un politico sbaglia e lo ammette e si dimette, come ha fatto Marrazzo, o Delbono a Bologna, poi la gente vota per altri che sono peggio. Il problema ancora più grosso è che l'informazione non manca, di Berlusconi e di Bossi si sa tutto da decenni...
Marco Travaglio era partito dal ministro della Difesa nel governo Merkel, che si chiama Guttenberg, che era in fortissima ascesa e con forte seguito popolare, e che si è dimesso per un'inezia (aver copiato la tesi di laurea).

buona domenica anche a te!