venerdì 18 marzo 2011

Extracomunitario

George Clooney è un extracomunitario. Lo so che sarà uno shock per molte, ma è la verità. Oddio, cosa avrà fatto di male? Sembrava una così brava persona... E’ proprio vero che non ci si può più fidare di nessuno. Anche Ronaldinho è extracomunitario, anche Eto’o, ma quello lì, almeno si vede, ha la pelle scura, si vede che non è italiano. Ma Clooney no, non me l’aspettavo e sono fortemente deluso. Non ci si può fidare più di nessuno.
Che dire? Non so altrove, ma qui nel triangolo Como-Milano-Varese “extracomunitario” è diventato sinonimo di criminale, di barbone, di ladro e violentatore, di qualcuno che non si lava e puzza e che trama sempre qualcosa contro di noi. E sia ben chiaro che non sto scherzando, provate un po’ ad ascoltare cosa dice la gente.
Stavolta non faccio il giochino di mettere la voce presa dal dizionario, anche perché il mio Zingarelli è vecchiotto e “extracomunitario” non c’è: si tratta infatti di una parola nuova, nata pochi anni fa. Del resto, il significato è chiarissimo: extracomunitario è chi sta fuori dalla comunità, che in questo caso è la Comunità Europea. Tutti gli svizzeri sono extracomunitari, e sono anche ben contenti di esserlo: hanno anche votato contro, più volte, alle proposte per l’ingresso della Confederazione nella UE. Me li immagino, gli Svizzeri, che ci guardano con disprezzo e indicandoci col dito pensano: “Comunitari!!!”.

Ogni tanto capita (anzi, capita spesso) che si propongano parole per sostituirne altre logorate e diventate dispregiative. Per esempio, “non vedente” al posto di cieco; o “down” al posto di mongoloide, “di colore” invece di negro. Il risultato è che in pochissimo tempo “di colore” diventa un insulto, “down” diventa un insulto, eccetera eccetera. Anche “extracomunitario” ha seguito lo stesso percorso, e io non so cosa dire. Tutti questi termini, “mongoloide”, “negro”, “sordomuto”, non sono mica insulti: provate a leggerli bene. “Mongoloide” significa che chi ha il morbo di Down assume tratti simili a quelli della popolazione della Mongolia, “negro” è parola italianissima e prima ancora latina che può sembrare razzista solo a chi è di lingua inglese, dove “nero” si dice “black” e “nigger” è chiaramente un insulto. Anche “baluba” indica una nazione, i Ba-Luba dell’Africa centrale. Ma per molti di quelli che crescono qui, complice una classe politica che è poco definire indecente, anche “marocchino” è diventato un insulto, anche “romeno”.
Ma tanto poi cosa ne parlo a fare? L’unica speranza è che la questione sia presa a cuore da Massimo Boldi e Christian De Sica. Magari se nel prossimo film di Natale ci mettono una battuta del tipo “uei che bella extracomunitaria”, forse qualcosa cambia. Hai visto mai?

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