domenica 6 febbraio 2011

Laurence Sterne ( I )

- Mi intendo tanto di calcoli, - disse lo zio Tobia, - quanto questa balaustra.
E, nel tentativo di indicarla con la sua stampella, fallì il bersaglio e prese in pieno lo stinco di mio padre.
- L'avrei presa cento contro uno, - si scusò lo zio Tobia.
- Credevo che tu non avessi nessuna nozione di calcolo, fratello Tobia. - disse mio padre fregandosi lo stinco.
- E' un puro caso, - rispose lo zio Tobia.
- Un altro da aggiungere al capitolo, allora. - replicò mio padre.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo nono )

Ne parlavo con un'amica, che mi rispondeva: « A me piacciono le storie che hanno un andamento diretto, che non si perdano troppo per la strada. Storie classiche, insomma, dove sia facile seguire il filo della trama, anche se magari è complessa. » Ovviamente sono d'accordo, è sempre bello trovare autori che sanno raccontare bene una storia: Stevenson, magari, oppure Calvino.
Ma ci sono grandi scrittori che fanno esattamente l'opposto, e riescono lo stesso ad essere piacevoli. Il loro campione è, probabilmente, Laurence Sterne con il suo "Tristram Shandy", pubblicato con grande successo, tra il 1760 e il 1767. Sterne era un reverendo inglese, ed iniziò a pubblicare le storie di Tristram Shandy quando aveva 46 anni ed era un perfetto sconosciuto. Il racconto, pubblicato a puntate, ebbe subito il successo che si meritava: per le sue qualità letterarie, ma soprattutto perché era molto divertente.
Infatti è difficile farne un'antologia, di bei momenti ce ne sono anche troppi; però ci vuole anche molta pazienza, e spirito di adattamento. Sterne va dietro al suo naso, all'ispirazione del momento; e in più, pretende dai suoi lettori la massima attenzione. Sterne dialoga con i suoi lettori, ogni tanto "guarda in macchina" (quasi come Oliver Hardy), chiede la nostra collaborazione e controlla se siamo stati attenti. Insomma, si potrebbe che Sterne è interattivo, ed anche per questo è modernissimo.

- Allora, signore, devo avere saltato una pagina.
- No, signora, non avete saltato nulla.
- Ero addormentata, allora.
- Offenderei il mio orgoglio di scrittore se vi concedessi un simile rifugio.
- Allora devo dichiarare di non saperne assolutamente nulla.
- Appunto questa è la colpa che vi faccio. E per punizione insisto che, appena giunta al punto fermo, riprendiate il capitolo da capo e lo rileggiate tutto.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume primo, capitolo ventesimo )

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