lunedì 3 gennaio 2011

Prigionieri del passato

James Hilton è uno scrittore inglese, famoso per "Addio Mr.Chips" e per "Orizzonte perduto". Dai suoi libri furono tratti film un tempo molto famosi, oggi quasi dimenticati. Per me è stato una scoperta recente, ho trovato i suoi libri su una bancarella e mi sono messi a leggerli convinto che si trattasse di un qualsiasi autore di bestsellers, e invece James Hilton si è rivelato una sorpresa molto piacevole. Qui sotto porto due pagine da "Prigionieri del passato".
Siamo nel 1939: Blampied è un sacerdote inglese, un parroco di campagna (ma il protagonista del libro non è lui) , e la Lega delle Nazioni è l’antenata dell’ONU. Il titolo originale del libro è “Random Harvest” dove harvest è la mietitura (il raccolto), e random significa “a caso, casuale”.

« Segua quella visione, » disse una volta Blampied. « La segua dovunque ne sarà guidato. Ci rifletta. Ne scriva. La predichi, le direi, se questa parola non fosse stata profanata da tanti miei confratelli. »
« Non potrei predicare, sa? Dopo quell'unica volta non mi presenterò mai più al pubblico. »
« Ma non occorre un pubblico per predicare. Occorre solo quello che lei ha già, una fede. »
« La sua è la stessa fede? »
« Lei ha la sua visione dell'Inghilterra, io ho la mia del mondo, ma la sua Inghilterra si adatterà al mio mondo. » Aggiunse, dopo una pausa: « Le sembro arrogante. Non a torto forse. Ma non dobbiamo aver paura di una segreta speranza. Dopo tutto siamo le spie di Dio e il nostro compito è di esplorare un territorio rubatoci dal nemico quando la fede era perduta. » Si toccò il colletto con gli occhi : brillanti di malizia. « Non le parlo così, sa, per via di questo. La religione è solo una delle cose che possono morire senza fede. Prendiamone un'altra, qualcosa che secondo lei io possa discutere con maggiore imparzialità : la Lega delle Nazioni, per esempio. La Lega soffre ora della più mortale delle moderne malattie, l'approvazione popolare senza la fede privata; morrà perchè esigeva una crociata e noi le demmo invece una campagna sui giornali, perchè merita la nostra passione e noi la sommergiamo con voti di fiducia e atti d'indifferenza. Sarebbe uscita viva dall'anima di un santo; ma una clausola di un trattato poteva mettere solo al mondo un nato morto. Avrebbero dovuto predicarla finchè non ne fossimo tutti infiammati; l'hanno invece esaltata e gonfiata finchè oramai ne siano quasi tutti stufi. Ho perfino pensato qualche volta che avremmo dovuto darle un rito, un gesto da farsi ogni volta che se ne citava il nome, il Segno della Croce per i fedeli mettiamo, o, per gl'infedeli, il fiammifero che si spegne dopo avere acceso due sigarette. » Come ricordandosene a quel punto tirò fuori la pipa e cominciò a riempirla. « Questo è il momento giusto per dirvi come sarei felice che rimaneste con me sempre - voi due - se qui siete felici, si capisce. »
« Siamo molto felici. Ma io devo trovare il modo di guadagnarmi la vita. »
« La vita è più importante che il modo di guadagnarsela. Una quantità di gente che si guadagna la vita non vive, ma muore lentamente. Non la imiti mai. Sono i becchini della nostra civiltà, gli uomini prudenti, quelli che cercano i compromessi, i fabbricatori di denaro, gl'impiccioni. La politica è piena di gente così, e anche gli affari, e anche la Chiesa. Sono popolari, hanno successo, alcuni di essi lavorano duro, altri se la prendono comoda, ma sono tutti dei gran parolai. Non ci sono mai stati nella storia del mondo dei becchini così affascinanti, e il loro fascino viene in gran parte dal fatto che essi non sanno chi sono, come ignorano quello che siamo noi. Ci definiscono dei matti, degli stravaganti, dei relitti della società, dei pazzi innocui che non è possibile comprare col denaro o blandire coi complimenti. Ma verrà forse il giorno in cui noi, gli uomini pericolosi, saremo uccisi o fatti re, perchè verrà forse anche un tempo in cui non basterà amare l'Inghilterra come uno stanco uomo d’affari ama il suo sonnellino dopo i pasti. (...)»
(James Hilton, Prigionieri del passato, pag.257 ed. Garzanti 1965)


« Biffer se ne infischia », era un modo inadeguato di esprimere l'entusiasmo col quale egli aveva accettato la proposta di Paola. L'ex pugile era in realtà felice di contribuire a mettere nel sacco le autorità, il maligno potere che da quando era scoppiata la guerra continuava a ostacolare in tutti i modi la sua amministrazione del « Barbagianni ». Gioviale, obeso e un po' torpido d'ingegno dopo le centinaia di collisioni che il suo cranio aveva dovuto sopportare negli anni passati, Biffer rimaneva un prodotto di un'educazione antiquata che gli aveva insegnato a leggere con difficoltà le parole stampate e a crederle con facilità; così che egli aveva più fiducia nelle cose che leggeva meno difficilmente : per esempio, la cronaca sportiva dei quotidiani, le predizioni di « Old Moore » e gli « articoli poderosi » dei giornalisti più banali del momento. Aveva alcuni odi veementi (per esempio, per la burocrazia, per le interferenze del governo e per l'opinione pubblica) e alcuni affetti non meno veementi tra l'altro per Horatio Bottomley, per « il buon vecchio » (ossia il defunto Edoardo VII) e per Oxford durante le regate. S'inorgogliva dell'affermazione diffusa che « non c'è in tutta Londra un locale più signorile del Barbagianni, e il fatto che il «Barbagianni» avesse la ventura di ospitare una vittima delle cose da lui più odiate, aggiungeva sapore a un naturale impulso generoso. (...)
(James Hilton, Prigionieri del passato, pag.193 ed. Garzanti 1965)

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