lunedì 24 gennaio 2011

Ingratissimo Amor,

Ingratissimo Amor, perché sì raro
corrispondenti fai nostri desiri?
Onde, perfido, avvien che t'è sì caro
il discorde voler ch'in dui cor miri?
Ir non mi lasci al facil guado e chiaro
e nel più cieco e maggior fondo tiri:
da chi disìa il mio amor tu mi richiami,
e chi m'ha in odio vuoi ch'adori et ami.
( Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, canto 1°)

Se mi dimanda alcun chi costui sia,
che versa sopra il rio lacrime tante,
io dirò ch'egli è il re di Circassia,
quel d'amor travagliato Sacripante;
( Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, canto 1°, stanza 45)

Non son, non son io quel che paio in viso:
quel ch'era Orlando è morto, ed è sotterra;
la sua donna ingratissima l'ha ucciso:
sì, mancando di fè, gli ha fatto guerra.
Io son lo spirto suo da lui diviso,
che in quest'inferno tormentandosi erra,
acciò con l'ombra sia, che sola avanza,
esempio a chi in Amor pone speranza.
(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, canto 23°)

Con le sue arti magiche, Armida affascina Rinaldo: quando l’incantesimo finisce, Rinaldo scoprirà che la donna che aveva così tanto amato non era bella come aveva creduto. Come è potuto succedere? Facile pensare: per forza, è una maga, le illusioni sono il suo mestiere.
E invece è una cosa molto più normale, qualcosa che capita tutti i giorni e che sta di certo capitando anche in questo momento: quando finisce un amore, si cominciano a vedere i difetti della persona che ci sta accanto. Non è che la cellulite o la calvizie, per esempio, nascano da un giorno con l’altro: c’è tutto il tempo per vederle fin dall’inizio, ma quando si è innamorati non ci si fa caso. E’ dopo, quando si rompe l’incantesimo, che si notano i difetti: anche quelli che non ci sono... (esiste una versione al femminile del mito di Armida e di Rinaldo? Nella vita sì, in letteratura, sul momento, non mi viene in mente niente).
Un altro esempio:
Il paladino Orlando, così come ce lo presentano, non è solo un grande guerriero: è anche una persona saggia e competente, e tutti si rivolgono a lui anche solo per un consiglio. Ma il prode paladino, che ne ha viste di tutti i colori, va fuori di matto per una ragazzina che gli preferisce un ragazzo qualsiasi. Non un prode cavaliere pari a lui, ma un ragazzo come ce ne sono tanti. Angelica ha beffato tutti, ma non l’ha fatto apposta: a lei piaceva quel ragazzo lì, e gli si è concessa - ecco tutto. E così che capiterà anche a noi, e mica una volta sola.
Per sistemare le cose, il paladino Astolfo dovrà volare sulla Luna a cavallo dell’Ippogrifo, e recuperare il senno d’Orlando: Astolfo sull’Ippogrifo è l’immagine che preferisco, ma a questo punto mi sono balzate davanti talmente tante immagini e suggestioni che preferisco fermarmi, anche un po’ spaventato (ma confesso che l’Ippogrifo l’ho conosciuto di persona, è venuto davvero a trovarmi, una decina d’anni fa – a dire il vero ne sento la mancanza, spero sempre che torni a fare una chiacchierata).
La vita riserva molte sorprese: per esempio, che quello che vi capita in amore e nelle relazioni affettive è già stato descritto in passato con la massima precisione, e mica una volta sola.
Si potrebbe partire dalla mitologia più antica, o da Eschilo e Euripide, o dalla Bibbia: ma non ho competenze così vaste, e dunque mi fermo all’Ariosto. Anzi no, vado avanti ancora per qualche riga:
«La cosa più inaspettata che accada a chi entra nella vita sociale, e spessissimo a chi v’è invecchiato, è di trovare il mondo quale gli è stato descritto, e quale egli lo conosce già e lo crede in teoria. L’uomo resta attonito di vedere verificata nel caso proprio la regola generale.»
(Giacomo Leopardi, Zibaldone, Firenze 4 dicembre 1832)

(l'illustrazione è di Gustave Doré) (per chi ancora non lo sapesse, "ire" è "andare": "non mi lasci andare là dove è facile attraversare il fiume...)

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