giovedì 30 dicembre 2010

Il caso Benitez

Il signor Moratti è, tra le altre cose, proprietario di una squadra di calcio a Milano; avendo bisogno di un tecnico che la guidi sul campo si rivolge al signor Benitez, che è spagnolo ma abita a Liverpool, dove ha conseguito grandi successi. Il signor Benitez è dunque una star e si fa pagare bene: dopo lunghe e dettagliate trattative dice “vengo, ma il mio stipendio è questo”. La conclusione, non nuova per Moratti, è questa: il rapporto di lavoro dura meno di sei mesi, Benitez viene liquidato con una somma favolosa (un milione di euro al mese, dicono gli informati), e via verso nuove avventure.
Non sono qui per parlare di calcio, vorrei piuttosto sottolineare una cosa che mi scandalizza: che tutto questo, in tempi di grave crisi economica, di chiusura di fabbriche, di precariato, di disoccupazione e di tagli alla scuola e alla cultura, è stato liquidato con un “ha i soldi, sono soldi suoi, ci fa quello che vuole”. La stessa cosa viene detta e ripetuta per le spese folli di Silvio Berlusconi (dieci milioni di euro all’anno per il calciatore Ibrahimovic, così come Moratti ne paga altri dieci all’africano Eto’o, per tacere del resto). La stessa cosa viene detta e ripetuta da anni per il miliardario russo Abramovic a Londra, con la squadra di calcio del Chelsea, per i ricconi arabi del Manchester City, eccetera.
Insomma, “chi ha i soldi fa quel che gli pare”. Insomma, “chi comanda è il padrone” è può anche buttare i soldi dalla finestra. Insomma, così si fa ed è cosa normale e naturale.
Mi stupisce molto ascoltare questi discorsi anche persone che hanno studiato, che hanno una cultura e che magari hanno una formazione di sinistra, o che si dicono di sinistra (vedi, in un campo più serio di quello del calcio, le recenti reazioni positive di Fassino e D’Alema ai diktat di Marchionne per Pomigliano e Mirafiori). Mi ha stupito molto anche vedere le alzate di spalle e i sorrisini, nei mesi scorsi, per la speculazione edilizia fatta da Silvio Berlusconi ad Antigua: a me è bastato vedere quell’enorme colata di cemento (sei chilometri di spiaggia!) a deturpare un autentico paradiso terrestre, e sono inorridito. Chi ha i soldi può fare quello che vuole? Ma come si fa a ribadire questo concetto nel 2010, prossimamente nel 2011...Addio civiltà, verrebbe da dire.
Mi permetto di segnalare, en passant, cosa fanno altri ricconi in giro per il mondo: finanziano scuole e musei (Gulbenkian, Guggenheim, un po’ tutti gli americani lo fanno da sempre), aprono scuole per bambini nei quartieri più disagiati del Venezuela (Josè Maria Abreu, che Dio lo benedica: dalla sua scuola sono già usciti e continuano a uscire grandi solisti e direttori d’orchestra), eccetera. Ma anche nel mondo del calcio c’è chi lavora diversamente: penso a personaggi discutibili come il signor Zamparini (un veneto che si è comperato il Palermo) o come il signor Preziosi (al Genoa), che valorizzano giovani talenti e poi li passano, a fior di quattrini, ai “ricchi scemi” delle grandi squadre di calcio; e così facendo ottengono ottimi risultati in città dove questi risultati non si erano mai visti o non si vedevano da decenni.
I ricchi possono dunque fare tutto quello che vogliono, anche bruciare le banconote? Queste scene si vedono nei dipinti di Grosz, il riccone che si accende il sigaro con la banconota da cinquecento euro. Ah no, pardon, non erano euro: erano marchi tedeschi del 1933...
Ma no, qui mi fermo, siamo alla fine dell’anno e basta pensieri cattivi. Voglio invece fare un brindisi col signor Benitez, che mi piace molto come persona, e lo immagino comodamente seduto in piscina, in vacanza in un bel posto, insieme al signor Cuper, al signor Tardelli, al signor Vampeta, al signor Farinos, e a tutti i (numerosissimi, sono più di cento) beneficati da un ricco signore che se avesse condotto così l’azienda di famiglia chissà dove sarebbe adesso. Un brindisi soltanto ideale, purtroppo: io sono fermo qui, nella nebbia, a fare i conti con le attuali leggi sul lavoro, con il precariato, con il divieto di lavoro per gli ultraquarantenni e per le madri e per gli handicappati, eccetera eccetera. Comunque sia, alzo lo stesso il bicchiere: que viva Benitez! que viva Cuper!
PS: il signor Moratti ha un fratello, molto più parco e molto innamorato, il che me lo rende simpatico. Questo Moratti non butta via soldi per i calciatori, ma spende cinque o sei milioni di euro per vedere la moglie, con cui è sposato da più di trent’anni, diventare sindaco di Milano. Questa però è con tutta evidenza una storia d’amore vero, quindi mi ritiro con rispetto.

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