domenica 14 novembre 2010

Afidi e coccinelle

La scena è questa: una cinquantina di afidi verdi stretti l’uno vicino all’altro, in gregge, su un ramo; e una coccinella che ne abbranca uno e comincia a mangiarselo. Il piccolo afide si dibatte, forse grida, la coccinella se lo sbrana in tutta tranquillità e poi passa a quello dopo. Che non si è mosso di un millimetro, che non è scappato via: è rimasto lì, in gregge, addosso agli altri afidi.
E’ una scena che ha dell’incredibile, ma che si ripete ogni giorno, d’estate, da millenni. E’ la stessa scena che capita con i leoni e le gazzelle, o con le pecore e i lupi, ma pecore e gazzelle mica se ne stanno lì ferme, scappano via più veloci che possono. Invece gli afidi no, lì quieti, pare di sentirli parlare fra loro:
- Ehi, si sono sbranati il Giuseppe. Senti come grida.
- Sì, ma che ti frega? Mica ti stanno sbranando a te.
- Ehi, adesso si stanno mangiando Salvatore.
- Uh, ma quello è uno statale.
- Ehi, ma adesso...
- Come? Che dici? Non si capisce niente, e strilla un po’ meno che non riesco a dormire.
Mi ricorda qualcosa. A dirla tutta, ogni volta che vedo una coccinella all’opera mi sembra di essere dentro una vignetta di Altan, una di quelle con l’ombrello, magari. L’importante però è non distrarsi, stare nel mucchio, non ammalarsi, non finire ai margini: è finendo ai margini che si rischia. Si pensa sempre che non tocchi a te: hanno licenziato quello là ma chi se ne frega era un fannullone; quello là è disoccupato ma cosa voleva pretendere; quest’altra qui stava per andare in pensione ma adesso in pensione si va a settant’anni è finita la pacchia per gli statali.
Lo so che non bisogna dare pensieri umani agli animali, e so benissimo che gli afidi contano sul numero: sono tanti, si riproducono velocissimamente, di afidi ce ne saranno sempre – a patto che ci siano ancora piante e giardini, s’intende. Il che non è così scontato: tra poco, soprattutto in Lombardia e nel Veneto (me lo sento) avere piante e giardini sarà severamente vietato.

PS: la coccinella, la libellula e la mantide sono le tigri del mondo degli insetti. Tre insetti graziosi, esempio di eleganza, magari perfino simpatici (la coccinella piace, si sa), ma la loro vera natura è questa. E’ per questo motivo che la coccinella è un simbolo dell’agricoltura “biologica”: perché è voracissima, sia da larva che da adulto. Per nostra fortuna, noi siamo molto più grossi di lei, ma anche della mantide e della libellula; e di questo non finirò mai di ringraziare il Creatore.
(le immagini le ho prese in rete, tempo fa: al momento non sono in grado di risalire al sito originario e me ne scuso)

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