giovedì 7 ottobre 2010

Chi vota Lega dorme in piedi?

Le tasse, per esempio: la prima cosa che fece la giunta di Formigoni, in Lombardia, fu mettere una tassa. La chiamano ticket, ma è una tassa: il ticket sulla sanità. Questo è un governo di pubblicitari, i pubblicitari sono specialisti nell’incartare le cose vecchie e odiose e trasformarle in cose nuove e appetibili: si chiamano “ticket” ma sempre tasse sono, e salate.
Quattrocento euro al mese per la scuola: vi sembra poco, vi sembra tanto? Prima di Bossi e delle sue pensate sul federalismo, si pagava tutto con l’Irpef. Adesso si paga l’Irpef come prima, e in più ci sono i 400 euro per la mensa. Se non li avete, se magari la ditta dove lavoravate da vent’anni ha chiuso e si è spostata in Romania, il vostro bel bambino i leghisti ve lo buttano fuori, in castigo: non è una mia esagerazione, è la cronaca di questi ultimi mesi. E’ successo più volte in Veneto, per esempio: se qualcuno ha voglia di cercarsi i riferimenti precisi lo faccia, io non ho figli e posso anche non pensarci; ma prendiamo per esempio la scuola di Adro, nel bresciano. Tutti hanno parlato dei simboli leghisti in quella scuola (scuola pubblica, non privata), pochissimi hanno sottolineato un altro dato: che i genitori pagano due volte le tasse, cioè pagano il doppio. Quei simboli leghisti messi dappertutto sono costati una fortuna, e li hanno pagati – cash – i genitori dei fortunati bambini di Adro. Non vi piace? La porta è lì, il cancello è aperto, foeur di ball.
I parcheggi: io sono arrivato a quarant’anni senza mai vedere un parchimetro, al massimo (ma raramente) mettevo il disco orario. Adesso, quanto costano i parcheggi? Quanto vi è costata la multa, l’ultima volta che siete andati in posta o dal dentista e avete perso un po’ più di tempo dal previsto? Prima, solo dieci o dodici anni fa, non era così: i Comuni non avevano bisogno di taroccare i semafori per avere introiti, si pagava tutto con l’Irpef (basta lo 0,5% su scala nazionale per coprire un sacco di spese fondamentali), adesso con la bella pensata del federalismo si paga tutto due volte, una a Roma e una a casa vostra. E, mi raccomando: i punti sulla patente. Non ci sono mica solo le multe, se passate col giallo e il giallo oggi dura la metà del tempo che durava ieri, vi fottono anche la patente, oltre ai cento euro di multa. Nei casi disperati, i Comuni rimasti senza fondi fanno così: cambiano di nascosto i limiti di velocità. Ieri era settanta all’ora, oggi è cinquanta all’ora: e non si può neanche più discutere col vigile, fa tutto il robot, la videocamera, il computer.
Poi c’è il paese veneto dove chi bestemmia prende 300 euro di multa: e subito inchieste tv, tutti a discutere beatamente (beotamente?) se è giusto bestemmiare oppure no, con tanto di pareri pensosi richiesti ai passanti, sono d’accordo col sindaco no non sono d’accordo col sindaco, e il sindaco del paesotto che diventa una star dei salotti tv. Come se questo fosse il punto: a prescindere dal fatto che la notizia giunge il giorno dopo che Berlusconi ha bestemmiato pubblicamente (e senza nemmeno essersi tirato una martellata sul dito), bestemmiare è una cosa brutta, così come pisciare per strada o buttare le bottiglie di vetro per strada.
Il punto non è questo, il punto è che le multe, soprattutto dopo gli ultimi tagli di Tremonti, sono diventate il principale introito dei Comuni italiani: perciò prepariamoci a un futuro di multe sempre più fantasiose, magari un domani multeranno tutti quelli che non vanno a Messa, o tutti quelli che non si chiamano Umberto o Silvio, o tutti i calvi, o tutti i maschi coi capelli troppo lunghi o tutte le signore coi capelli troppo corti. Dopo la grande truffa dei semafori taroccati, del resto, cos’altro attenderci? Qui dalle mie parti, ci sono comuni che anche sulle più piccole salite hanno messo cartelli con l’obbligo delle catene e delle gomme da neve per tutto l’inverno – ma non chiamatele tasse, sono ticket, sono multe, sono tutte cose pensate per la vostra sicurezza.
A proposito, già che ci siamo: che mestiere faceva il Bossi prima di fare il ministro? Che cosa faceva il Maroni? E’ vero che stanno appoggiando un governo fondato su un corruttore e un mafioso (condanna su due gradi, attesa conferma in Cassazione) ?
Ma forse ho già fatto troppe domande, vedo le testoline dell’elettore leghista che stanno già fumando. Ok, questo è il momento dell’interruzione per parlare degli zingari e degli extracomunitari comunisti omosessuali deviati: prego, prego, fate pure, in tv funziona così, perché mai sottrarmi a questa delizia. (Roma ladrona? ma se i ministri sono tutti lombardi: Bossi di Gemonio, Maroni di Varese, Berlusconi brianzolo, Calderoli bergamasco, Tremonti di Sondrio, Gelmini di Brescia....).

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