domenica 13 giugno 2010

Achille Campanile ( II )

- Viaggiavo, - disse - in vettura letto e dovevo scendere ad una stazione intermedia, verso le sei del mattino. Poiché non avevo orologio, la paura di non destarmi in tempo e di non udire il segnale dell'impiegato non mi fece chiudere occhio. Nelle tenebre della cabina tendevo l'orecchio, per udire da un momento all'altro quella picchiatina discreta che sembrava dire al pigro viaggiatore: "Orsù, alzatevi! Fra mezz'ora siamo arrivati. "
Finalmente, udii un poderoso colpo alla porta; certo, il personale viaggiante aveva le mie stesse preoccupazioni, circa l'udito dei dormienti. Balzai in piedi, mi lavai, mi rasai, rifeci la mia valigia e, quando fui pronto, uscii nel corridoio. Qui domandai l'ora e allibii: era mezzanotte! Quello che avevo creduto il segnale del risveglio, non era che uno scontro ferroviario. Imprecando, mi rispogliai, m'insudiciai di nuovo la faccia, mi feci ricrescere la barba e mi rimisi a letto.
(Achille Campanile, Se la luna mi porta fortuna, cap.III)

Achille Campanile nasce a Roma nel 1899, e muore a Velletri nel 1976. Il suo primo grande successo è del 1924, un romanzo che s'intitola "Ma che cosa è questo amore?". Segue "Agosto moglie mia non ti conosco", del 1930, il cui soggetto è questo: su una nave da crociera, per scherzo, le signore indossano delle cinture di castità. Ma le chiavi delle cinture finiscono in mare, e senza le chiavi non è più possibile togliere le cinture; i mariti allora devono cercare dei palombari, che potranno recuperare le chiavi: sulla ricerca dei palombari è costruito l'intreccio della storia. Invece "Il povero Piero" è del 1959, e i racconti di "Manuale di conversazione" vincono il Premio Viareggio nel 1973. Altri racconti troviamo in "Gli asparagi e l'immortalità dell'anima", del 1974, e in "Vite degli uomini illustri" (1984). Invece, "Se la luna mi porta fortuna" è del 1927.
...però c'è uno, uno soltanto, che ogni mattina aspetta il sole. Lontano, nel cuore della foresta, un bestione enorme e simpaticone s'alza avanti ogni giorno, fa una toletta sommaria, e si mette ad aspettare. Appena vede apparire l'astro, drizza verso di lui la proboscide - si tratta appunto dell'elefante, l'unico animale che saluta il sole - e barrisce. Quali misteriose intese corrono fra gli elefanti e il sole? Non lo sapremo mai. Tra l'altro, può darsi che il sole sorga ogni giorno soltanto per un accordo convenuto con gli elefanti. (...) Sfidiamo qualunque scienziato a provare il contrario.(Achille Campanile, Se la luna mi porta fortuna, cap. I )

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