lunedì 22 febbraio 2010

Mah, francamente...

« (...) Mentre i produttori di tecnologia si fregano le mani, i consumatori si stanno abituando a malincuore all’idea che il televisore è un bene poco durevole e che va cambiato ogni quattro o cinque anni, come un telefonino. (...) »
(dal Venerdì di Repubblica del 22 gennaio 2010, frammento da un articolo di Jaime D’Alessandro sul 3D in televisione)

Mah, francamente non so se mi sto abituando. Anzi, non mi ci abituerò mai: il mio telefonino è sempre lo stesso da dieci anni, ed è il primo che ho comperato (funziona benissimo). Anche le scarpe, il giaccone, le camicie, prima di buttarle via ne deve passare di tempo... Dei beni che non sono durevoli ho un certo orrore, a dirla tutta. Con questa classe dirigente ormai mi aspetto di tutto: ma in casa mia le lavatrici durano vent’anni, i televisori quindici, idem il frigorifero. Il futuro però è questo, non mi faccio illusioni: una volta ci si scherzava sopra, dicendo che gli elettrodomestici si rompevano appena finita la garanzia; oggi è una certezza, si sa che andrà così: la tecnologia lo ha reso possibile, e lo si fa. Non vale più, per un produttore, l'essere affidabile: c’è chi dice che sia questo il progresso, mah. L’unico modo per poter dire di essere ecologisti è questo: far durare le cose, non sprecare.
PS: Nello scrivere questo post mi sono censurato molto. Si nota?

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