sabato 1 agosto 2009

Radici e tradizioni d'Italia

Una voce alla Frank Sinatra; anzi, forse è proprio la sua:
- oooh, jingle bells, jingle bells, jingle all the way...
Con molto swing, naturalmente: che non è mica un Natale qualsiasi, è roba da raffinati.
Non è la radio, e nemmeno un disco in casa di amici: è la strada principale del mio paese, il "salotto buono", cento metri scarsi e un po' deperiti che rappresentano per noi quello che Corso Vittorio Emanuele è per Milano. La giunta e la ProLoco (ebbene sì, abbiamo una ProLoco: come Rimini e come Sanremo) hanno deciso che mettere altoparlanti e filodiffusione per la strada è un'eccellente idea. Così, la strada è piena di "musiche natalizie" appositamente scelte: e sembra di essere all'ipermercato, ma pazienza. Vuol dire che girerò al largo, tanto non ho niente da fare qui e casa mia è abbastanza lontana.
Quella stessa sera, a Gerry Scotti mettono davanti il nome di Sciostakovic. Non sa proprio leggerlo, non se ne capacita, di quel nome così ostico; balbetta qualcosa, brontola un "macomesifà" rivolto agli autori, e poi esce dall'imbarazzo, radioso, con il nome di un calciatore: prendendosi un bell'applauso. Intendiamoci: Gerry Scotti a me non dispiace, meglio lui di quasi tutti gli altri personaggi tv. Però anche questo è un bel segnale, perciò mi fermo e ci ragiono un po' sopra. Dimitri Sciostakovic è uno dei grandi del '900, e ha scritto musiche straordinarie e struggenti. Anche se non è famoso come Stravinskij, e non ha scritto Pierino e il lupo come Prokofiev, forse i fans di Nicole Kidman si ricordano di quel suo valzer che apriva "Eyes wide shut". Beh, ovvio che non siamo enciclopedie viventi e non possiamo arrivare dappertutto, ma mi sembra strano che il nome di Sciostakovic non sia mai giunto alle orecchie di un uomo di spettacolo di 48 anni che conduce un programma quasi culturale. Comunque, in questi casi, quando non capiamo un nome o una parola, andiamo a cercare nella nostra memoria qualcosa che gli somigli: è normale, naturale, lo facciamo tutti. E quindi Scotti va a pescare nel campo naturale delle sue competenze: l'album delle figurine dei calciatori, dove oggi c'è un certo Stankovic (gioca nell'Inter). Di seguito, non si accorge di uno svarione dei suoi autori su Sant'Antonio ed è una concorrente a farlo notare (Antonio Abate, fondatore del monachesimo cristiano, visse quasi mille anni prima del frate francescano Antonio da Padova); e, prima della fine della puntata del telequiz, trova il tempo per un'elegia interminabile su un pilota di Formula Uno morto qualche anno prima. Aggiungiamoci il fatto che Scotti nasce alla radio (commerciale) come dj, e quindi sa tutto sulle canzonette e sui personaggi tv, ed ecco il ritratto perfetto e completo dell'Italia del Nuovo Millennio. Voi pensavate che le nostre radici fossero Giotto, Michelangelo, Dante, Petrarca, Verdi e Manzoni? Tutto sbagliato, e basta poco per accorgersene. Del resto, non è una mia invenzione il Ministro della Repubblica (si chiama Gasparri) che si duole del non avere Mike Bongiorno in Parlamento come senatore a vita: e invece è successo la settimana scorsa.
Quarant'anni fa, o forse anche un po' di più, Umberto Eco scriveva il famoso saggio intitolato "fenomenologia di Mike Bongiorno"; oggi bisognerebbe scrivere di Gerry Scotti, che è perfetto per rappresentare il nostro background odierno. Noi italiani del 2004 sappiamo tutto del Festival di Sanremo, del Milan e della Ferrari, e magari anche dei film pornografici; ma la cultura, suvvìa, la cultura... E' una cosa così noiosa, figuriamoci. La cultura, sì, è importante, certo che è importante, ma vuoi mettere, eh? E via con una bella smorfia, su quel faccione simpatico; e poi la Pubblicità, come è giusto che sia. E che cosa mi dà la Pubblicità, oggi che siamo sotto Natale? Ma è ovvio, jingle bells: e in versione (quasi) rap; e di seguito mi si dice che la nutella è la Tradizione, e anche questo è giusto, anzi ovvio. Grazie alla pubblicità, e da molto tempo, per i bambini italiani Babbo Natale è il vero Simbolo Cristiano, avendo sconfitto clamorosamente sia Gesù Bambino che tutte le altre nostre antiche tradizioni natalizie. Ma veramente, dico: mica vorrai ascoltare in strada "Tu scendi dalle stelle", che l'ha scritta un Santo Cristiano ma è una palla mortale, oppure tornare ai tuoi bei tempi che alla Befana ti regalavano una calza con dentro i mandarini e le spagnolette? No, vero? E allora, via: tutti insieme, un due tre: jingle bells, jingle bells...
(Giuliano, 15 dicembre 2004)

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