mercoledì 5 agosto 2009

Povero Mozart

Non so se avete letto la cronaca dell'Idomeneo di Mozart sospeso a Bonn perché il regista aveva messo in scena la decapitazione di Maometto, e anche quella di Buddha e Cristo. Siccome so che gli appassionati d'opera sono rimasti in pochi, riassumo la vicenda (per chi non sa ne nulla) nella maniera più semplice possibile: con l'Idomeneo di Mozart, Buddha Cristo e Maometto non c'entrano una beata mazza. Chiedo scusa per la volgarità dell'esposizione, ma penso che così il concetto sia ben chiaro, e mi stupisce che perfino un grande musicista come Daniel Barenboim (in prima pagina su Repubblica) perda del tempo a difendere questa cosa : si tratta infatti dell'ennesima fetecchia inventata da pessimi registi e da sovrintendenti convinti che il teatro d'opera sia una cosa vecchia e vada ammodernata, che se no ci si annoia. Gli allestimenti trasgressivi sono la norma, anche se sembrerebbe una contraddizione: mai che si possa vedere una Traviata o un Don Giovanni così come sono stati pensati, che tristezza. L'anno scorso ho letto di una Traviata che diventava Lady Diana, e la scenografia era un immenso parabrezza d'automobile: sai che allegria...
Però mondo dell'islam è ben presente nell'Opera: ai tempi di Mozart, per esempio, i Turchi erano ancora ben potenti e ben presenti, e meno di cent'anni prima della sua nascita erano arrivati ad un passo dal prendersi anche Vienna. Mozart ne accenna nel "Ratto dal serraglio", una commedia (con musica meravigliosa, una delle cose più belle e solari di Mozart) dove un giovane va a salvare la sua innamorata dall'harem di un Sultano: ma il Sultano gliel'ha trattata bene, e anzi si dimostrerà magnanimo e illuminato. Poi c'è Rossini, che nel primo 800 dedicherà due opere ai Turchi: "L'Italiana in Algeri", un'allegra farsa che si sarebbe meritata la presenza di Totò dove il bey di Algeri è un gran somaro (grande parte per un basso comico), e "il Turco in Italia", una commedia brillante dove il Turco è un gran signore e il gran somaro è il marito (italiano) di una signora piuttosto allegra. Di Rossini c'è anche un Maometto II (L'assedio di Corinto), ma si tratta di un personaggio storico e non di un profeta.
Ci sono i luoghi comuni che tutti possiamo immaginare: la poligamia, il divieto di bere alcool, gli eunuchi e le impalazioni, le gag dei film di Totò per l'appunto. Non so se i "turchi" di oggi potrebbero offendersi: spero di no, perché in ogni caso le censure sul teatro e sui libri sono cose tristissime. Una cosa tristissima però è anche avere a che fare con certi allestimenti: una volta andavano di gran moda i nazisti, che spuntavano dappertutto, poi è stato il turno dei gangster (Rigoletto tra i gangsters, Lucia di Lammermoor nel terzo Reich...), e di recente ho letto di una Tosca che non vive più a Roma ma sul lago di Como, e di un Nabucco che era da vedere solo perché il protagonista arrivava in scena su un autentico cavallo: mah, portiamo pazienza. Chissà, forse Mozart si sarebbe divertito; e quanto a Rossini, "vengan danari, al resto son qua io".
Giuliano 13 ottobre 2006

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